Oggi un’attività semplice, veloce e sempre d’effetto: la cromatografia dell’inchiostro!

Per ora la prendiamo così, quasi come un gioco per scoprire quali elementi compongono gli inchiostri, ma più avanti ci servirà per curiosare meglio i vegetali. Per svolgere l’esperienza sono necessari:

  • Un becher (o in alternativa un bicchiere trasparente)
  • Carte di vario tipo (l’ideale sarebbe la carta da filtro)
  • Alcol (funziona anche quello rosa per le pulizie)
  • Pennarelli

Dalle carte a disposizione si ritagliano strisce larghe un paio di centimetri e alte poco più del becher sulle quali si lascia una traccia di pennarello a circa 1cm dal bordo inferiore. Noi abbiamo testato carta da fotocopie, cartoncino e carta assorbente sottile (quella dei maxi rotoloni) per capire se ci fossero differenze. Spoiler: l’esperimento funziona con tutte, ma la carta assorbente è più veloce e il risultato è più evidente.

Nel becher si versa circa mezzo centimetro di alcool e si inseriscono le strisce in modo che siano intinte nell’alcol facendo attenzione a non bagnare il tratto di pennarello. Per mantenere ferma la carta basta piegarla e affrancarla con mollette o graffette.

Ora inizia lo spettacolo: l’alcol inizia a risalire e quando arriva al tratto di pennarello comincia a trascinare con sé l’inchiostro portando più in alto alcuni pigmenti e depositandone altri in basso. Questo permette di separare le componenti del colore e metterle in evidenza. Quando l’alcol sarà risalito abbastanza si potranno rimuovere i campioni per farli asciugare, con una plastificatrice otterrete bellissimi segnalibri.

Insieme all’insegnante di arte si potrebbe fare un lavoro sulla differenza tra colori primari, che lasciano scie uniformi, e colori secondari che invece lasciano tracce multicolori.

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