Perseverance non avrebbe potuto raggiungere la superficie di Marte in un momento migliore! La sua storia mi è capitata tra le mani esattamente nel momento in cui cercavo una buona idea per introdurre il lavoro dei prossimi mesi sull’astronomia e la geologia.
Perseverance è un rover super tecnologico che la NASA ha spedito circa sette mesi fa verso Marte per cercare tracce di vita passata e cominciare a capire se sarà possibile viverci in futuro.
Sapere se siamo soli nell’Universo è una delle questioni fondamentali che l’umanità si è posta dalla sua comparsa; il tentativo di trovare risposta ci ha sempre spinti all’esplorazione: prima del nostro pianeta e poi del nostro quartiere celeste.
La prima domanda che ho posto ai miei ragazzi è stata questa: quali caratteristiche deve avere un corpo celeste per avere speranza di trovare tracce di vita?
Nelle loro risposte sono stati molto gettonati l’ossigeno, l’acqua e gli elementi nutritivi; ma sono stati nominati anche altri fattori come la pressione atmosferica, la temperatura e la gravità. Infine qualcuno ha fatto notare che ci potrebbero essere forme di vita molto diverse da quelle a noi conosciute e con caratteristiche imprevedibili.
Queste osservazioni mi hanno permesso di aprire una parentesi sulle condizioni in cui la vita è comparsa sulla Terra e sulle caratteristiche di Venere e Marte che ci hanno portati a puntare su questo secondo pianeta nonostante sia il più lontano tra i due.
Ho chiesto allora ai ragazzi di guardare le immagini di Jazero Crater e di provare a immaginare perché fosse stato scelto.
Per verificare le loro ipotesi ho proposto questo video (in inglese con sottotitoli in inglese). Di solito sbuffano un po’ quando chiedo questo sforzo, ma in questo caso erano molto motivati e hanno colto moltissimi dettagli.
Tutto questo è molto entusiasmante, ma il bello deve ancora venire! Insieme a link e video interessanti ho portato a scuola un reperto molto particolare: questo campione di roccia proveniente dal lago fossile di Sovere.
Si tratta di una roccia con sottilissimi strati alternati bianchi e scuri. A Sovere ce n’è una parete scoperta che conserva 45 mila anni di storia. Grazie al lavoro di esperti geologi si è capito che questi strati sono formati dai gusci di microscopici esseri viventi che ad ogni bella stagione riempivano le acque di un lago ormai scomparso precipitando poi sul fondo. Nella stagione fredda invece i depositi erano di natura diversa e quindi di colore scuro.
Questo significa che ogni coppia di strati (chiaro+scuro) corrisponde ai depositi di un anno. Il lavoro paziente e minuzioso dei geologi ha quindi permesso di capire quando e per quanto tempo fosse esistito questo lago.
Analisi con strumenti sofisticati hanno permesso di risalire a quali tipi di microrganismi vivessero in questo lago e attraverso lo studio di altri fossili rinvenuti tra gli strati (se ne trovano tantissimi) si è potuta ricostruire con molta precisione la storia della vita e del clima attorno a questo lago.
Questo è quello che speriamo di trovare su Marte: rocce che al loro interno conservino fossili di qualche microscopica forma di vita. Andiamo a cercarle proprio lì perché abbiamo degli indizi molto evidenti del fatto che Jazero Crater un tempo fosse un lago tranquillo, adatto ad accogliere la vita e a conservarne memoria.
Una storia sicuramente affascinante che ci permette di aprire tantissime finestre sulla nostra storia, sulla tecnologia presente e su possibili scenari futuri.
Per approfondire lascio il link per il sito della missione NASA MARS 2020 e del parco dei LAGHI FOSSILI DI SOVERE.
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